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Test ghiaccio: le sfide del freddo per gli autobus elettrici

A red and white bus parked next to a tree

La città di Oslo, in Norvegia, ha investito da anni significative risorse per ridurre le emissioni di CO2. Tra queste misure, la scelta di dotare il sistema di trasporto pubblico di autobus elettrici è una di quelle che hanno il maggior impatto sulla mobilità dei cittadini. La città attualmente dispone di 320 veicoli dotati di batterie da 500 kWh, che in genere hanno un’autonomia di oltre 250 chilometri.

Nei primi giorni del dicembre 2023 i media hanno dato risalto al problema che si è creato a seguito di una perturbazione artica che ha portato a raggiungere temperature inferiori a 10 °C.

Fonti di stampa internazionali e diversi social media hanno reso pubblico che il problema si è manifestato quando le basse temperature hanno drasticamente compromesso l’autonomia e la durata delle batterie dei veicoli. Sembrerebbe che dei 183 mezzi in servizio all’epoca, circa 50 siano stati tenuti fermi (a fine del 2023 la flotta è stata portata a 320 mezzi).

Il problema del freddo per i veicoli elettrici è legato alla necessità di utilizzare parte dell’energia delle batterie per riscaldare le cabine e, soprattutto, al fatto che il freddo influisce negativamente sull’autonomia e il tempo di ricarica. Sotto i 12 °C, infatti, sembra che l’efficienza si riduca, portando ad una diminuzione dell’autonomia fino al 30-40%.

(C) Energetico.org

Poiché l’obiettivo della Norvegia è quello di eliminare completamente motori diesel e benzina nei prossimi due anni, la soluzione attuata per superare un problema che non dovrebbe essere imprevisto in una nazione scandinava è stata di intervenire sulla programmazione delle ricariche e sulla stessa infrastruttura di ricarica.

Non è stata, invece, presa in considerazione la soluzione di dotare nei mesi invernali i mezzi di generatori di calore alimentati a gasolio, incompatibili con l’obiettivo di eliminazione delle emissioni di CO2.

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